venerdì 27 maggio 2011

Il giorno che tutto cambiò

Non per farmi compatire – o per avere pacche sulle spalle, o ... – piuttosto perché “è successo”, perché lo sto “digerendo”, perché è una nuova maratona, perché ho ed ho avuto tanti amici qui ed io sarei curioso di loro, se fossero spariti.
Per fare il verso ad un poeta …
“sentite il caso avvenutomi di fresco,
a me che girellando una mattina ...”

Quella mattina stranamente non me la sentivo tanto di andare a giocare (incontro di Serie C a squadre di tennis), o meglio, avevo tanta voglia di farlo ma sapevo anche che non ero preparato come volevo. E la cosa è già di per se strana visto che normalmente sono il primo ad essere entusiasta e voglioso di battaglia sportiva.
L’incontro sarebbe stato difficile e allo stesso tempo anche abbastanza importante per poter qualificarsi per la fase finale. Ci arrivo abbastanza puntuale, tutto è ok e c'è la normale leggera tensione pre-match.
Fatti gli abbinamenti ne esce che io sono uno dei primi due singolari che andranno in campo. Gioco con uno che è di un paio (forse 3) categorie più della mia, la cosa tuttosommato è un vantaggio, io sono classificato peggio di quanto sia il mio valore, ed inoltre in questo modo non rischio di fare “un negativo”.
Le cose non si mettono bene all’inizio, vado sotto di un break e mi ritrovo 0-2. Poco male, mi dico, ma è comunque chiaro che non sarà uno scherzo, sono un po’ in ritardo e basta dare poco spazio e mi ritrovo in recupero e a dover remare per tutto lo scambio; bisogna mettere più pressione.
Strappo il servizio e poi tengo il mio, devo cercare ti tenere io il pallino del gioco, così faccio – vado sul 3-2 per me .. 3 pari .. poi 5 3 per me – sul 5-4 servo per il set ma gioca bene … si va avanti lottando e mi ritrovo al tie break.
Il tie break è un altalena, alla fine perdo un minibreak perché mi scivola fuori dalla tasca una pallina mentre la palla è in gioco. Assurdo. Finisco per perdere il set 7-6.
Sotto il pallone la temperatura è alta. Non so se avete mai giocato sotto un pallone pressostatico mentre fuori splende il sole; è … caldo ! Un ora di gioco è andata. Il secondo set sono avanti e arrivo ad avere un setball … finisco per perderlo 7-6. Risultato finale, 7-6 7-6 per lui con due ore e passa di gioco. Sono allenato, ma comunque faceva un caldo dannato. I compagni mi dicono che lui ha giocato molto sopra alle sue righe, comunque bravo; onore a lui – oggi era giusto così dico io, mentre incazzato nero dentro di me, cerco di mettere la testa dentro al doppio che di lì a poco avrei dovuto giocare.
Vado a vedere l’altro compagno di gioco … ma sotto il pallone fa caldo; non mi sento bene, dico ai miei compagni che vado a prendere aria e qualche zucchero da mettere sotto i denti. Ho bisogno di qualche caloria, penso, se devo giocare altre due ore alle 13, sotto i palloni.
Ci sono delle pastine, acqua, e qualcos’altro a disposizione dei giocatori, mangio una pastina, prendo una bottiglia d’acqua naturale non ghiacciata, e mi offrono un caffè. Sono un poco taciturno, forse un po’ incazzato dentro. Di certo la motivazione per i doppi ci sarà,mi dico. Ma sono debole e dopo poco mi vien da vomitare.
Mi dico .. “scemo” fai sport da 20 anni e ancora ti ingozzi quando mangi ! mi vien da vomitare – e poi un po’ di sudore –
Azz mi dico … una congestione ! Io ! Adesso ! e devo giocare i doppi !
La voglia è quella di mettersi un dito in bocca e vomitare, mi gira un po’ la testa.
Ok ok .. ti sei preso una bella bollita là dentro. Decido di farmi una doccia superrapida per rinfrescarmi e magari mi passa, poi prendo un po’ d’aria.
Come voglio farlo in spogliatoio non sto niente bene, non c’è nessuno. Finisco la doccia e poi esco a prender aria fresca. Niente da fare, non sto bene, e poi sento anche che mi rifà male il gomito e il braccio. Mer.. dico a me stesso (sono mancino) hai di nuovo male per quella racchetta … e devi giocare i doppi. Mi siedo all’aria per concentrarmi e vedere se mi passa. Niente, è uguale, o peggio. E adesso mi fa male sotto la gola.
Deve essere sta stupida congestione, mi dico. Sudori, voglia di vomitare e giramenti di testa, e quei 40 gradi in pallone .. azz .. eppure sono 1000 anni che lo faccio, proprio oggi mi deve capitare sta cosa, proprio oggi che devo giocare i doppi.
Arriva anche Leila e i bimbi. Mi vedono .. non ok .. spiego come sto. Mi dicono di andare dentro a sedermi, lo faccio e sono estremamente debole …
Quando sono dentro mi dicono che non sono per niente bello da vedere.
“Zac .. hai corso maratone, mezze, hai giocato 3 su 5 … ma credimi, oggi sei male, vuoi che chiamiamo qualcuno?” … macchè chiamare qualcuno … dai ragazzi, prendo aria e poi dobbiamo giocare i doppi. (alla fine dei singolari siamo 2-2).
Si decide di chiamare il 118. Non ho voglia di dire come sto ma vogliono parlare con me. Mi dicono che devo decidere se farmi portare in ospedale per un controllo o vengono loro. In tutta la mia vita non son mai stato ricoverato in ospedale e mai ho chiamato un ambulanza, mi sembra esagerato; gli dico che ci penso e poi vedono. Loro (registrano la telefonata) e vogliono una risposta ora “No, mi dica adesso se viene in Ospedale Adesso o se mandiamo noi qualcuno”. Alla fine mi scoccia rompere le scatole e la festa e la gara ai compagni … e poi insistono …. quindi accetto che venga qualcuno. Dopo 5-10 min arriva un ambulanza … da lì si comincia piano .. domande, pressione, ecc ecc .. e poi ECG in ambulanza. Mandano l’ecg in teletrasmissione a qualcuno in unità coronarica. Non sono molto ok ma non svengo. E’ chiaro … è infarto.

Si capisce che non è proprio cosa da poco, fanno preparare la sala, mi si dice che ogni minuto guadagnato è un recupero migliore, che non devo preoccuparmi, ma tutto avviene molto molto più rapidamente. Io .. sono solo un osservatore, guardo quello che fanno, lo trovo interessante, cerco di capire e non romper le scatole, il dolore alla cassa toracica non è forte. Quando corri una 42 alla fine ti fa tutto .. decisamente MOLTO più male di quanto stia provando … mi chiedono quando soffro … da 0 a 10. Sparo lì un 4 poco convinto. E’ un forte “disagio” più che un dolore.

Arrivo depilato, in parte, con aghi e buchi sulle braccia, maschere d’ossigeno oramai fissa in bocca da un bel po’. Lì un ecocardio dice che ho la coronaria occlusa in entrata – una bella occlusione, le facce si fanno serie.
In sala emodinamica fa un freddo bestia, sono nudo come un verme e inizio a tremare; TANTO. Mi scuso con loro per non riuscire a fermare il tremore, mi dicono di non preoccuparmi mi coprono un minimo e poi … mi mettono un vena una salina RISCALDATA. Dio benedica la salina riscaldata, penso, è come avere il riscaldamento sotto il pavimento a casa … fluuuu ti senti scaldare e il tremore sparisce, Mi entrano nell’arteria dopo avermi chiesto il peso .. avermi anestetizzato ecc ecc … ad un certo punto non me ne ero manco accorto ma ho la sonda dentro .. e sento sto vermiciattolo che sale lungo il braccio … dentro ! lo sento nel petto (probabilmente per la curva all’altezza della spalla e poi per l’arteria .. arriva a destinazione e si comincia a lavorare, il chirurgo è bravo, competente, serio, positivo.
E’ tutto un chiamare … 2000 di eparina, … una nuova salina …. Parametri ok ? ,, ecc ecc .. poi mi dicono che ora forse sentirò dolore perche’ devono gonfiarmi la coronaria …
Sento una fitta, ma per poco … e poi .. e poi sto pian piano meglio. Subito. Hanno allargato la coronaria e tolto l’ostruzione principale. Risultato, avevo il 100% della principale occlusa … una BRUTTA cosa. Mentre si opera, e prima di toglierla, mi dicono che tornerò a vita normale (dentro di me è tutto assurdo .. TORNERO’ ??? “vita normale” ??? hey, ma di che diavolo parlate) … da sotto la maschera d’ossigeno chiedo cose .. chiedo “quanto normale” .. mi si dice .. normale .. e poi mi si danno dei tempi. Chiedo se ce la faccio a ricorrere una maratona .. e in quanto. Lì il chirurgo mi guarda … e dopo una lunga pausa … risponde … ‘non è del tutto escluso’ …
Il dopo è il dopo … sono successe un sacco di cose un sacco di domande, ho imparato molte molte cose.
La coscienza di quello che è successo non ti viene subito, ci vuole del tempo. E poi ti colpisce.

Oggi sono ancora qui.
Ho risposto molto bene a tutto, sinora.
A poche ore dall’intervento, mi fanno un ecocardio e il mio cuore risulta essere “quasi” un cuore normale e quasi senza un segno di quello che è successo.
Mi dicono che per quello che ho avuto è un risultato molto molto molto più che buono, e che devo ringraziare lo sport di questo.

Oggi è passato un poco più di un mese. Sto facendo riabilitazione, solo cyclette per adesso e con carichi bassi .. che pian piano andiamo ad aumentare.
Il giorno dopo a quello che mi è successo è morto Pietro Ferrero, 38 anni. Morto per infarto mentre andava a fare una sgambata in bici.

Con la mia mente continuo a correre, lo farò di nuovo, oggi il mio record da inseguire è quello di avere di nuovo un pettorale. Questa volta non sarà per scendere sotto questo o quel muro. So di poterlo fare, lo voglio fare.

Grazie a tutti coloro che in un modo o nell’altro, prima o dopo hanno letto le disavventure di “runner per caso”

Correte – Vivete – Ridete – Amate.

PS .. per chi se lo chiedesse .. non sono un iperteso, colesterolo ok, no tachicardie, soffi .. ecc ecc. Mai fumato. No soprappeso. Chissà forse dal cielo mi è arrivato un cartellino di avvertimento, in quel caso guardando in alto gli dico … RICEVUTO ! (e .. vorrei pure fare il gesto dell’ombrello a quella dama vestita di nero e con la falce ! :-) )