Il giorno del lunghissimo per fortuna si era messo bene. Non lo avrei fatto da solo, o meglio, lo avrei fatto da solo, ma con gente intorno, partendo con altri, un bel gruppo. Quella mattina, a differenza degli altri giorni, più che di compagnia avevo fame di correre, così non son stato molto "chiacchierone". Sapevo che la maggior parte di loro avrebbe avuto intenzione di correre meno km di me, così, nella pia illusione di massimizzare i km percorsi assieme, mi son presentato all'appuntamento delle 9 dopo averne percorsi già un paio abbondanti.
Avrei dovuto farne da 32 a 35 quella domenica, e, a sentire gli altri, chi ne correva di più voleva farne 30. Era anche il giorno in cui dopo tanto tempo avrei rivisto Sandro e corso con lui. Mi aveva detto che viste le sue magagne fisiche sarebbe andato piano piano e gli andava benissimo qualunque ritmo avessi voluto tenere; tuttavia io lo conosco, so che è un agonista, so che va forte, so che sa soffrire, e sapevo che anche lui voleva correre con gli altri e che sarebbe stato bene gli sarebbe venuta un poca di voglia di misurarsi e di sentire sulle sue gambe un po' di fatica.
La partenza con loro è sempre così misurata e lenta che ogni volta mi fa pensare che io non ci capisco nulla e non so riscaldarmi a dovere, al solito siam partiti ad un ritmo che è la linea di confine tra la camminata veloce ed il dover iniziare a corricchiare. Umore alto, scherzi nel gruppo gruppetti che si formano, chi chiede i programmi di gare future, chi si aggiorna su cose di famiglia ... ed i passi di 13 di noi che iniziano a correre. Cose che chi corre capisce, cose che per chi corre .. gia' il chiudere gli occhi ed immaginarle, ti fa stare bene.
Le due ragazze vanno avanti, il capitano lo vedi ad un passo in cui il suo incedere sembra quasi goffo, che infatti prende la sua armonia solo a ritmi più elevati, il lungo F. sembra che debba trattenere le gambe per andare a questa andatura. Parto con Sandro a fianco e si chiacchiera, il primo, il secondo, il terzo km .. poi si arriva alla salita che porta alla galleria. Andiamo avanti così. Io ho la bustina di gel che mi è stata data e la tengo nella tasca, ad un certo punto guardo il mio cronometro e vedo che stiamo già andando ad un ritmo che probabilmente mi costerebbe caro da tenere a lungo, ma si chiacchiera, e per il momento non faccio fatica. Le ragazze salgono per Via del Pucino, altri si separano. Siam molto molto sgranati. GS con Dario son poco più avanti e con Sandro li prendiamo chiacchierando, poi si scherza a 4. Raggiungiamo PV e poi l'elastico tra noi e loro si allunga di nuovo, questa volta percepisco che l'andatura di crociera di tutti è oramai presa e consolidata per bene. Ad un certo punto Sandro mi dice se mi va di provare ad andare a prendere PV, che poi altrimenti per lui sarebbe forse più costoso in termini di energia di quanto vorrebbe spendere, se ci lasciamo troppo spazio in mezzo. Accetto ma dicendogli che poi io devo assolutamente prendere un ritmo da lungo lento adeguato a me ed alla distanza che devo percorrere. Abbiamo un accordo e si va. Ad un certo punto dopo aver chiuso metà del gap lui vede che guardo l'orologio e sorrido, mi sorride anche lui e mi chiede a quando andiamo. Glielo dico e gli dico di andare, che sarebbe troppo per me e farei un allenamento sbagliato. Mi dice che gli va benissimo e che ci saremmo rivisti nel bastone di ritorno. Così pian piano vedo la sua figura che si allontana, io inizio a sentire solo il mio respiro ed i miei passi adesso. Vado avanti così per un bel po, finchè comincio a ri-incontrare quelli che tornano e volevano fare solo 15, o 20 .. ecc. Ci si saluta con un sorriso, o un five al volo. Ed il sorriso di un incontro ti resta dentro per un centinaio di metri dopo l'incrocio. Alla fine incontro quelli che correvano 30, e mi sembra di incontrarli troppo presto (infatti hanno accorciato il ritorno per allungare dopo). A quel punto sai che sei di nuovo solo. Mentre corro penso a questo; c'è un momento in ogni lungo, in ogni mezza, in ogni maratona, in cui sai e senti di esser solo. Per me è un momento chiaro, limpido, un istante ben preciso. Ammenochè non si corra davvero assieme ed allo stesso ritmo questo istante che definisce una corsa è una cosa importante. Da quel momento sei solo, e corri solo con te. Alle volte parti da solo ma senti questa cosa solo dopo la seconda ora, altre volte ti scatta quando senti un particolare dolore fisico, ma e' un istante importante.
Proseguo così e mi forzo a non cercare scorciatoie, scusanti, niente. Arriva la salita di Sistiana, arrivo in prossimità di Duino. E' tempo di girare; stappo la bustina di gel e ne prendo una sorsata. E' denso, più tiepido di quanto mi aspettassi, e sento che mi riempie la bocca ed il palato, Lo inghiotto e ne sento ancora il gusto nel palato, lo sciolgo e continuo, da adesso in poi continuerò a prenderne piccoli sorsi mentre corro.
Un altro momento importante per me e' quello in cui giri i tacchi e ritorni, anche quella è una soglia psicologica importante. Comunque andando sulla cronaca, questo lunghissimo è mi ha lasciato abbastanza soddisfatto. Non ho percepito un livello di fatica che mi ha fatto pensare che non sono pronto, ovviamente fatica e la fine delle scorte l'ho sentita, ma .. a livelli accettabili. La distanza totale percorsa è stata 33 km.
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2 commenti:
33, con fatica gestita, ...sei già a un passo dal traguardo.
Grazieee !!
infatti sta settimana erano "solo" 28 da fare .. leggero scarico - poi domenica 22 e poi la prossima ... pettorale addosso e via .. (hopefully)
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