Prima di tutto .. cosa scriverò qui ?
Ho lasciato passare un poco di tempo per documentare la mia gara. Un po' il fatto che tanto non me la dimentico, un po' il fatto che magari da subito ti rimangono tante cose dentro ed hai un po' di caos, e poi, ... se le digerisci le cose, forse va meglio. E così scrivo solo oggi, ad una settimana dalla fine della gara, e con la sensazione che "mi manca, mi manca da morire la tensione, gli allenamenti, e la dolorosa aspettativa".
Ma ... faccio un po' di cronaca.
Domenica 23 novembre.
Sveglia alle ore 0600. Avevo letto quello che dicono in tanti, ascoltato amici ... ecc ecc .. ed alla fine ho deciso di seguire quello che scriveva il Pizzolato su uno degli ultimi numeri di "Correre" circa il pregara e cosa fare al preludio di una MARATONA (gara di cui non so nulla).
Essendo la partenza prevista alle 09:20 conto di mangiare con circa tre ore di anticipo, quindi propendo per una sveglia alle 0600. Così faccio e scendo a fare colazione come da mio programma. Anche QUELLA domenica però Mattia decide di non dormire una notte tranquilla e così alle 5:30 circa manda dei gemiti e chiede attenzioni. Dormendo tutti in una stanza non si può lasciar passare nulla quindi mi sbrigo a consolarlo e ... per una delle prima volte della storia .. lo porto a letto nostro, sperando che continui. è inutile dire che la mia giornata è quindi ufficialmente iniziata 30 min prima di quello che speravo.
Alle 0605 scendo .. per scoprire che Luisa aveva già provveduto a scaldare l'acqua e quindi il mio "tea" è pronto e mi aspetta. Normalmente il "tea" caldo al mattino mi aiuta molto a svuotare l'intestino .. e spero che succeda anche stavolta. Poi fette biscottate con marmellata, qualche biscotto, insomma .. tutto come previsto. Sento di essere però un po' troppo teso per dare la giusta bada alla Luisa che è stata ancora una volta super nel mettermi a disposizione tutto quello di cui ho bisogno e di più.
Torno nella nostra stanza e preparo le cose un po' al buio ed un poco alla luce della torcia cercando di non svegliare nessuno.
Quindi ... biglietti della metro, il cambio vestiti, e poi studio ancora una volta l'abbigliamento che ho deciso di usare e del quale sono ancora superscettico (anche se fortunatamente era invece azzeccatissimo).
Scarpe Saucony
Calze corte "La Sportiva"
Pantaloni a 3/4 "Capri" - marca Kalenj (con il dubbio comunque che forse si poteva osare un pantaloncino corto)
Maglia Asics manica lunga a contatto del torso
Canottiera con pettorale (da indossare all'ultimo momento)
Cappello
Copertura attorno alla gola
Guanti (due diversi per averne smarrito uno)
Orologio
Occhiali da vista e corsa
--- Da casa al momento della partenza uso un pantalone della tuta sopra ai pantaloni da running, maglia in più ed una giacca antivento.antipioggia.
E così mi preparo al buio, allineo le cose, controllo e ricontrollo, fino a che mi decido ad uscire. Sono in perfetto orario, esco di casa alle 07:30 in direzione della fermata Loreto. Scese le scale di casa ed arrivato in strada la prima considerazione ovviamente è per il meteo. Si capisce subito che sarà un giorno molto atipico per Milano, niente nubi, cielo tersissimo, e freddo, ma con la speranza che il sole riscaldi l'aria. Cosa faccio, provo a fare qualche passo di corsa per vedere come sto ? Ma quanto sono ridicolo ? Ma possibile che nessuno si accorga di che giornata incredibile sia oggi ? Tutto questo e di più riempie la mia testa per quei pochi metri che mi portano alla fermata della metro.
In metrò cerco runners, ma come salgo immediatamente si capisce che non avrò bisogno di cercare granché, saremo TANTI, siamo tanti. Un gruppo di toscani parla della prossima maratona di Firenze, altri gruppi parlano delle loro esperienze, amatori che parlano di quando sono andati in crisi alla precedente maratona, un altro che dice come per lui non vi è tattica che conti, che lui vada piano o al suo limite o un poco di più alla fine perde sempre terreno e arriva sempre ad una crisi terribile e quindi dice a tutti che per questo motivo lui preferisce "mettere fieno in cascina". Alle sue parole runners dai pettorali bassi che son seduti con gli occhi bassi e concentrati, sorridono, altri alzano lo sguardo a vedere chi sia questo simpatico 50enne. C'è il cameratismo sportivo del pregara, ogni momento ha un suo significato. Le stazioni passano una dietro l'altra ... infine .. blabla .. Duomo ..e Cairoli. Ci siamo.
Tutti scendono, ancora una volta io controllo di avere le mie cose, ovviamente ci sono tutte, ovviamente sono in una tasca diversa da quella che pensi, e quindi ad ogni "check" ti prende un piccolo colpo.
Si arriva in Piazza Castello, un momento per capirci qualcosa, un caos organizzato, quelli della TIM che gonfiano un superpallone, gruppi che si ritrovano, quando mi ci raccapezzo capisco come saremo ingabbiati in partenza e mi dirigo verso il posto deputato alla partenza di quelli del mio settore. Trovo anche il posto per il deposito bagagli. Ho ancora tempo. Controllo dove dovrò consegnare il mio sacco. Ok, punto di riferimento acquisito, adesso posso camminare, muovermi, intanto comincio ad avere davvero freddo, poi vedo che se mi metto dove qualche raggio di sole filtra allora sto molto molto meglio. Mi dico che sarà OK. E adesso ? Mi scaldo ? Corricchio ? quanto ? Tutti dicono che per un amatore alla prima maratona si deve fare un riscaldamento di una decina di minuti e non più. Mi decido per seguire questo consiglio. Corricchio attorno al punto deposito borse. Ci sono tre triestini, un goriziano, non gli parlo. Il gruppo dei pacers tutti in divisa vanno a scaldarsi, un piccolo gruppetto di gente con una corsa facile e bella.
8:30 - trovo un bagno chimico, ne ho bisogno. La carta igienica scarseggia - mi devo arrangiare ...
8:35 - mi spoglio e mi cambio, lo faccio ad un angolo, siflo i pantaloni della tuta, sfilo la seconda maglia, metto la canottiera della società con pettorale già preparato e ci metto sopra una vecchia felpa verde spinacio che andrà sacrificata alla causa, spengo il telefonino, chiudo gli occhi, respiro, e poi consegno il tutto. Mentre faccio questo un altro amatore mi vede e reputa che devo aver trovato proprio un bel posticino per farlo, così mi si affianca e comincia a prepararsi pure lui, sono le uniche quattro parole che scambio con qualcuno. Tuttosommato sono contento di non incontrare nessuno. Questo "rito" è il momento finale, adesso mi sento nudo e virtualmente mi sento alla partenza. ORA so che partirò. I battiti sono regolari solo la tensione emotiva è molto alta. Mi manca ancora un sacco di tempo ed allora cammino ad un passo veloce e faccio qualche passo di corsa .. mi metto al sole, ci sono i runners da tre ore scarse qui, c'è tanto da imparare qui.
Continuo così fino alle 8:50 o 9:00 e a quel punto vado verso le gabbie. Ora che la gente si incanala alla partenza quelli che sembravano spazi più che sufficienti si rivelano essere stretti. Il serpentone umano è imponente. Proseguo camminando per fermarmi buoni 100 mt dietro all'inizio della riga di quelli che dovrebbero fare 4 ore. La cosa non mi piace, ma va bene, mi dico che è meglio perché una bolgia di gente vorrà correre per le 4 e io invece voglio far la mia gara. La gente attorno si spoglia ed inizia a lanciare le maglie, io penso solo a respirare e aspetto la partenza. Giusto dietro a me ci sono due americani uno è un gigante buono e chiacchiera a voce molto alta con l'amico, poi si zittiscono e ascoltano il loro iPod. A questo punto succede l'unica cosa che un po' mi infastidisce; due ragazzi davanti a me si tolgono le maglie che li coprono e tirano fuori chissà da dove uno striscione a lenzuolo con un saluto alla nonna - hanno dei bastoni di legno per tenerlo su. Ad ogni passaggio dell'elicottero sventolano questo gigafazzolettone, ed intanto io e mille altri pensiamo che l'ultima cosa che vorremmo e' prendere un bastone di legno in fronte o inciampare per causa loro. Lentamente me li sfilo di lato. Dovrei avere spazio.
9:20 - BUM
Partiti ! - Musica a palla ed i DJ che gridano e incitano. Si siamo (sono) partiti davvero. Si cammina solo per pochissimo e poi .. piccolo trotto, stranamente ma fortunatamente c'è più spazio di quello che temessi. Tengo la felpa ancora un attimo anche perché sto tremando dal freddo e poi la appoggio sul divisorio laterale quando si inizia a corricchiare.
Sto bene,
non ho scuse,
son felice,
ho un freddo intenso ma so che passerà presto,
l'arco gonfiabile della partenza si avvicina
Quando ci passo sotto mi sembra che segni 2:51
E' iniziata.
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